Le misure minime di una gabbie per garantire un certo benessere ai nostri beniamini non devono essere inferiori ai 50 centimetri in lunghezza, eccezione fatta per trasportini e gabbie da canto che non devono sostituire le dimore dei nostri beniamini per lunghi periodi di tempo. E’ ammessa la disposizione in queste cassettine a norma nel caso in cui dovessimo esporre in qualche mostra ornitologica oppure, oltre a battute di caccia, dovessimo allenare alcune specie selezionate per il canto.
Più sono grandi le gabbie e meglio gli esemplari possono svolazzare da una parte all’altra consumando alcune calorie assimilate. Durante tutto l’arco invernale, per quei soggetti che non sono in periodo cove, è consigliabile inserirli in voliere esterne e ben riparate dalle intemperie per aumentare la muscolatura e sicuramente anche la salute.
Controllare almeno una volta al giorno il proprio allevamento aiuta sicuramente a tenere sotto controllo ogni tipo di problema. E’ più facile isolare in tempo soggetti malati o malandati a causa dei maltrattamenti ricevuti dai suoi simili e disturberebbe il meno possibile i più sensibili durante gli accoppiamenti. Se dovessimo costruire la gabbia è bene ricordarsi di non lasciare troppo spazio fra le sbarre per evitare che l’animale vi possa infilare la testa in mezzo e ferirsi.
Per gli psittacidi: la gabbia con misure minime deve permettere al pappagallo di distendere tutta la propria apertura alare senza toccare le pareti. Le sbarre devono essere orizzontali per garantire all’animale di arrampicarsi, cosa che adorano fare ed è permesso lo sviluppo verticale della struttura. Le più comode mangiatoie sono quelle da agganciare all’interno, poiché sono uccelli che mangiano spesso, tanto e sono spesso di dimensioni troppo grandi per infilare la testa in quelle classiche con la tettoietta. I pappagalli sono molto giocosi e particolari, per questo gettano spesso nei beverini pezzi di frutta che viene loro fornita, senza poter poi bere l’acqua sporcata; insegnargli a bere dai beverini a goccia è molto utile, altrimenti fornirgliela in una mangiatoia da interno, cambiando l’acqua tutti i giorni. I posatoi sono più consigliabili ruvidi per consumare le unghie.
Per tutti gli altri: le misure minime come è già stato detto, non devono essere inferiori a 50 cm per una coppia di canarini, variabile ovviamente, a seconda delle esigenze. Essi hanno bisogno di volare in orizzontale , quindi mangiatoie interne sarebbero solamente da intralcio durante il volo. Le sbarre possono tranquillamente essere verticali poiché il loro becco non è adatto ad aggrapparsi e per i posatoi bisogna sempre fare attenzione alla misura delle zampette. Fra Tortora diamantina e Organetto artico vi sono delle differenze abissali. Meglio quindi stecche di legno ruvide o ancora meglio rami presi direttamente dagli alberi fuori casa, facendo attenzione a pulirli accuratamente da escrementi di altri uccelli o da acari e afidi.
Predatori alati e spazzini: per tutti quegli uccelli che appartengono al mondo dei predatori quali avvoltoi, gufi, falchi, corvidi ecc… non è consentito ed è vietato allevarli all’interno di gabbie. Hanno bisogno di spazio e le misure minime per una voliera non sono inferiori ai 3 metri; non devono esserci sbarre o reti a maglie strette, ma è sempre meglio sbarre verticali e ben distanziate senza far passare in mezzo la testa dell’animale. Per due estremità è bene confinare due grandi posatoi composti da tronchi o spessi rami di albero. Attrezzare il confine per tenere lontane volpi ed altri predatori a quattro zampe, mettere delle zanzariere protettive e delle reti sotto il fondo, nel caso in cui avessimo disposto della nuda terra, per non far entrare i topi, o per meglio dire i ratti portatori di malattie.
Allevamenti al chiuso
Chi vuole un allevamento al chiuso e programmato deve rendersi conto che una finestrella nel fondo non basta per i propri pennuti.
Il dispositivo alba-tramonto che spesso si usa in acquariofilia può essere utilizzato anche per l’ornitologia. Tramite nostra regolazione, si può evitare lo stress delle accensioni e spegnimenti improvvisi di luce creando un effetto soffuso che avrebbero il compito di simulare l’alba e il tramonto (da qui appunto il nome). Con questo metodo i nostri esemplari avrebbero il tempo di prepararsi per dormire senza sorprenderli nelle mangiatoie o fuori dai nidi in periodo cove, e di svegliarsi dolcemente senza traumi pericolosi per la loro salute.
Se però possediamo queste apparecchiature e le nostre 12 ore di luce programmate non sono contornate da una tiepida temperatura, i nostri sforzi risulterebbero tutti inutili.
Il termostato ci può aiutare in questa nostra impresa tenendo medie le temperature, aiutando anche le femmine ad uscire più spesso dai nidi, senza rischiare di lasciare al gelo le proprie uova. La temperatura più adatta per favorire la riproduzione si deve aggirare fra i 16 e i 23 gradi; una temperatura troppo alta o troppo bassa sarebbe inutile per la gestione, poiché ci sono alcune specie molto sensibili alle alte temperature durante gli accoppiamenti.