Il Covid-19 non lo portano loro

Purtroppo, con la comparsa di questo Coronavirus, si sta assistendo all’abbandono di massa di centinaia di animali fra i quali cani e gatti, ma non si pensa che anche i nostri volatili possano condividere la stessa sorte.
Vi ricordate l’aviaria? Era una malattia trasmessa da specie esotiche all’uomo tramite ospiti intermedi? In quell’anno abbiamo assistito ad abbandoni e liberazioni di tante specie condannandoli a lunghe e sofferte morti; i più fortunati hanno trovato una casa che gli accogliesse per una nuova vita.
La nostra presenza nel mondo è data dalla nostra evoluzione e dalla nostra intelligenza, intelligenza che in questi casi viene a mancare credendo che così facendo si possano aumentare le probabilità di sopravvivenza, ma anzi, contribuiamo alla nostra distruzione.
Il Coronavirus tanto temuto questo anno, si è trasmesso all’uomo tramite un animale che ha avuto nel suo organismo agenti patogeni evoluti, in grado di passare non più fra esemplari della stessa specie, ma addirittura fra specie differenti. Sembrerebbe quindi, che i focolai di queste malattie hanno sempre insorgenza in quei paesi dove non vi sono controlli su animali addomesticati  tanto meno su quelli di cattura e destinati al consumo umano.
I Coronavirus(eh si, mica è il nome ufficiale di questa pestilenza 2020, lo sono anche la SARS e MARS) si chiamano così perché visionandoli a microscopio, sono di forma rotonda con parti proiettate che ricordano molto la corona solare e sono patologie che riguardano mammiferi e uccelli, compreso l’uomo che potrebbe svilupparla anche senza essere entrato in contatto con animali infetti. Furono identificati circa sessanta anni fa proprio dall’essere umano che presentava problemi respiratori comuni legati al raffreddore. Con gli studi ed il tempo si sono aggiunti membri a questa famiglia e si sono quindi distinti i Coronavirus che ci becchiamo ogni anno con una normale influenza e i Coronavirus che portano ad infezioni virali molto più gravi. Il ceppo che interessa l’uomo è il SARS-COV del 2003 che si è successivamente sviluppato arrivando al SARS COV-2, chiamato anche COVID-19 il quale è simile per il 70% al primo ed è unicamente legato all’infezione umana (Betacoronavirus), anche se sembra avesse una partenza dal genere animale. Ciò che ci affligge è la forma più acuta di questo virus

Per quel che riguarda i nostri beniamini con le piume, come negli altri animali, non abbiamo nulla da temere poiché se realmente vi fosse stato un “salto di specie” si è trattato di un caso isolato e legato ai mammiferi e pipistrelli, che ha portato quindi la seguita trasmissione uomo-uomo e quindi non possiamo più prenderla dai domestici ma anzi, rischiamo di essere noi coloro che potrebbero infettarli, ma cosa rara, in quanto dovrebbe verificarsi un altro salto. La malattia che dovremmo temere nei nostri piumati è certamente l’aviaria, che causa infezioni della parte alta degli organi respiratori in modo grave provocandone la morte.

La domanda quindi è: perché abbandonarli quando sappiamo queste cose? Evidentemente non abbiamo capito nulla e ci meritiamo l’estinzione. Nulla abbiamo imparato dalle precedenti malattie e nulla impareremo mai! Comunque sia, vogliamo rassicurarvi con questo articolo, in modo che possiate capire che gli animali domestici sono sempre controllati e quindi non causa di infezioni trasmissibili. Solo in questo mese gli abbandoni di cani se ne sono contati oltre 2000 presso i canili, escludento gli altri animali e quelli che purtroppo hanno fatto una brutta fine.
Se vediamo i nostri uccelli con problemi respiratori vanno curati, ricordiamoci che siamo noi ad averli portati nelle nostre case, con tutti i pro e contro, che non trasmettono nulla e che non hanno scelto di ammalarsi.
Possiamo quindi consigliare di controllare che non stiano subendo un attacco di acariasi che potrebbe compromettere la loro trachea e trattarlo di conseguenza. Evitare le correnti d’aria aiuta a non farli ammalare e coprirli se possibile quando fa troppo freddo, a meno che non abbiano un riparo che può essere composto da un nido inutilizzato.
Per riconoscere i sintomi basta semplicemente guardare i loro comportamenti: se fossero raffreddati presenterebbero occhi lacrimosi e scolo nasale oltre che stare apatici(in questo caso portateli al caldo e si riprenderanno con una semplice cura), mentre se vi fosse la presenza di acari li vedreste scuotere la testa, produrre respirazione sibilante con alcuni attacchi di tosse, ali basse e mucose asciutte(distinguibili anche dai colpi di tosse tz-tz).
Indi per cui è inutile allarmarvi per niente e se vi fosse mai passato per la testa di aprire le gabbie e mandarli via per vostri timori sappiate che non siete degni di essere considerati esseri umani e fareste bene a cederli a qualcun altro. Con questo breve ma intenso articolo spero di avervi fatto capire che non vi è alcun rischio per la vostra salute e nemmeno per la loro, che il problema siamo noi e finché non ci controlleremo con la distruzione del mondo intero non ci sarà possibilità di sfuggire a nulla. Guarda caso queste malattie escono sempre nei posti dove il clima lo consente oltre che le specie che si infettano sono costipate in spazi ristretti come le grandi città.

 

Immagine tratta dal web

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Vivo dove c'è solo forza e volontà di coloro che amano il cielo.
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