Un piccolo accenno sulla falconeria

Dopo ben 4.000 anni finalmente una notizia rallegra i cuori di tutti coloro che praticano l’apprendimento di una nuova cultura e vivono un’arte a molti ancora oggi sconosciuta: la falconeria. Dal 2010 è è stata definita dall’Unesco, patrimonio immateriale dell’umanità in ben 12 paesi e di anno in anno sempre più stati hanno fatto domanda per aderire.

A novembre si è celebrato il terzo anniversario dedicato all’inserimento della falconeria fra i patrimoni dell’umanità e per la prima volta si è introdotto il World Falconry Day,una festività mondiale conclusasi nel novembre 2013.

Non si sa bene in quale secolo ebbe inizio la pratica della caccia con il falco, ma durante l’epoca medievale raggiunse i massimi livelli di espressione, dove nel XIII secolo Federico II di Svevia scrisse un vero e proprio trattato, il “De Arte Venandi cum Avibus”, divulgato in varie lingue lasciando le preziose pergamene originali nelle famose librerie del Vaticano.

La falconeria intesa come arte di caccia col falco, viene trasmessa di generazione in generazione, soprattutto nei paesi come Arabia Saudita e Mongolia dove ci si procura da vivere con questi straordinari rapaci. In Occidente, invece, il sapere viene trasmesso anche a chi non fa parte della propria famiglia, garantendo così un futuro a questa pratica venatoria.

Con il passare degli anni si è sviluppata una cultura del falco, atta a far capire l’utilità di questi animali e che la loro eliminazione non solo è inutile, ma è anche nociva per l’ambiente. La caccia col falco viene definita falconeria moderna dove non si insegna all’animale a cacciare, ma semplicemente a volare. Questa attività stizzisce molto i cacciatori in quanto il falconide deve essere avviato a quella che è la sua natura di predatore.

A differenza di chi pratica la falconeria moderna, tutti i falconieri devono obbligatoriamente avere un porto d’armi per uso venatorio e devono denunciare la detenzione dell’animale agli uffici forestali come fosse un’arma a monocolpo; questo per garantire una tutela all’animale se si dovesse smarrire e anche per garantire un sapere al cacciatore distinguendo le prede adatte alla specie del suo predatore.

La falconeria però non è solo un’arte fine a se stessa, ma rappresenta un punto d’incontro per coloro che condividono un interesse comune, nel rispetto dell’ambiente(non ci sono pallini di piombo che inquinano) e della fauna stessa. A differenza del fucile, il falco infatti, non riesce a catturare più di alcune prede, in quanto le sue energie si esauriscono in fretta. Per cacciare inoltre, bisogna anche tenere sotto controllo il peso dell’animale e in alcune specie, a causa delle piccole dimensioni, la difficoltà è maggiore, per non esporre il rapace a stress che potrebbe causarne la morte. Per questo si consiglia a tutti i neofiti di affiancarsi sempre ad un falconiere esperto, sia per se stessi, ma soprattutto per il cacciatore.

La falconeria, ricordiamo, non è per tutti e per possedere un falco bisogna sacrificare molto del proprio tempo libero, soprattutto se non si possiede una voliera e se si usufruisce dell’animale a scopo venatorio.

Come un atleta che si rispetti, giornalieri allenamenti aiutano il falco ad avere maggiori possibilità di cattura e una maggiore resistenza.

Per ogni ambiente c’è una specie diversa da utilizzare: sarà più difficile se non impossibile per un falco pellegrino catturare una preda nel fitto del bosco. Da qui subentra la selezione del rapace con cui vogliamo cacciare. Un bello sparviere avrà di certo ottime probabilità di catturare solo uccelli di piccola taglia, mentre una poiana di Harris, in un aperto campo, potrà tranquillamente artigliare un fagiano in fuga.

E’ anche per questo che si raccomanda cautela quando si deve scegliere questo animale, chiedendo consiglio al proprio mentore che ci guiderà verso la scelta più giusta e più soddisfacente, una volta fatte le prime catture.

Al fine di chiarire un aspetto fondamentale ribadiamo che per comprare un falco bisogna recarsi verso allevatori che abbiano animali con alla zampa anelli identificativi inamovibili e che dimostrino tramite certificato che l’animale che stiamo per comprare discenda da genitori che siano allevati in cattività da almeno tre generazioni. Nonostante ciò, purtroppo, in giro per il mondo, ci sono ancora numerosi bracconieri che predano i nidi per poi applicare gli anelli quando i pulcini sono ancora piccoli. Perciò, quando si vuole comprare un rapace, essere sempre affiancati da qualcuno che ne sappia più di voi.

Con quest’anno si conclude il terzo anniversario dedicato all’inserimento della falconeria fra i patrimoni dell’umanità ed è stato festeggiato inserendo per la prima volta una festività mondiale conclusa lo scorso mese: il World Falconry Day.

Alla fine di ciò, finalmente, sempre più persone capiscono l’importanza di questi animali e sempre più giovani si avvicinano a questa pratica venatoria che garantirà continuità di quest’arte nei secoli futuri.

Clarissa C.

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